Che cos’è l’ATM ?

L’articolazione temporo – mandibolare, comunemente detta ATM, è una struttura anatomica molto complessa capace di articolare la mandibola, con il suo condilo, al cranio, in particolare con l’osso temporale, nella sua fossa glenoidea.

Tecnicamente si parla di un’articolazione doppia (“diartrosi condiloidea doppia”) in quanto tra la sua parte superiore ed inferiore si interpone un disco cartilagineo, un menisco cioè, che determina la formazione di due cavità che possono essere considerate come due articolazioni distinte.

L’ATM permette alla mandibola di muoversi nei tre piani dello spazio con movimenti simmetrici e asimmetrici, indispensabili sia per la masticazione che per la fonazione.

Le due articolazioni, inoltre, quella di destra e quella di sinistra, agendo in modo coordinato e sincrono, permettono alla mandibola di muoversi liberamente, nonché di aprire e chiudere la bocca.

Le principali cause di patologia dell’ATM:

Le disfunzioni e i disordini che sono alla base della patologia dell’ATM possono essere diversi, complessi e non sempre facilmente riconoscibili proprio per le diverse aree di interesse anatomico che l’articolazione coinvolge.

 

  • Stress psico-fisico: una delle cause più frequenti è, certamente, l’eccessivo carico di lavoro cui i muscoli masticatori sono sottoposti in determinate situazioni di stress psico-fisico.

Questo comporta uno sforzo continuo della fibra muscolare che, sotto tensione, spesso esita in uno spasmo predisponente la cronicizzazione del disturbo.

In queste situazioni di stress, fattori aggravanti solitamente presenti sono il digrignamento e serramento dei denti (bruxismo), entrambi meccanismi “di difesa” che l’organismo mette in atto per scaricare lo stato d’ansia ma che, in realtà, diventano causa scatenante della patologia articolare.

Il continuo e quotidiano consumo dei denti, soprattutto la notte, oltre a determinare una diminuzione della dimensione verticale, comporta anche un danno a livello articolare, con consumo del disco interarticolare.

Uno dei vecchi assiomi della gnatologia, la branca dell’odontoiatria che studia l’ATM, dice, infatti, che “come chiudono i denti chiudono le ossa”, intese come articolazione, nel senso che un’occlusione alterata e continuamente sottoposta ad un trauma, determina un’usura a livello dell’ATM con conseguente insorgenza di sintomi, soprattutto di tipo algico.

Quando questo disco, o menisco, con il passare degli anni si consuma del tutto, le due superfici ossee, condilo mandibolare e fossa glenoidea del temporale, arrivano a diretto contatto, aggravando il quadro sintomatologico con rumori articolari, scrosci, unitamente ad un tipico “click”, all’apertura della bocca.

 

  • Malocclusione (di natura scheletrica o strettamente dentale).
  • Traumi
  • Condizioni artritiche
  • Errate terapie odontoiatriche: queste possono provocare interferenze occlusali per le quali l’articolazione temporo-mandibolare va incontro ad un deterioramento, col tempo sempre più significativo, con conseguente insorgenza di un quadro clinico atto a determinare un peggioramento anche importante della qualità di vita del paziente.

 

Sintomi di disturbi dell’ATM:

  • Tensione muscoli mandibola
  • Difficoltà e limitazione apertura bocca con conseguente dolore
  • Deviazioni apertura bocca
  • Dolori e scrosci articolari all’apertura e chiusura della bocca
  • Dolori al collo e alla schiena
  • Dolori all’orecchio (in assenza di otite) con sensazione di orecchio ovattato
  • Acufeni
  • Cefalea
  • Blocco della mandibola
  • Mal di denti
  • Sensazione di vertigine e capogiri

 

Come curare le patologie dell’ATM:

Il presidio terapeutico classico e più frequente per curare un problema articolare a livello mandibolare è, certamente, nel caso di un bruxismo conclamato, l’applicazione di una placca in resina, cioè di un bite, da utilizzare soprattutto alla notte, capace di interporsi in maniera perfetta fra le due arcate.

Il presidio impedisce il digrignamento e il serramento dei denti rilassando, di conseguenza, i muscoli stessi della bocca e riequilibrando la mandibola nella sua posizione più naturale.

 

 

 

Talvolta, nei casi di malocclusione più conclamata, può essere necessaria una terapia ortodontica o anche chirurgica (3’ classe scheletrica-morso inverso).

I farmaci antinfiammatori e miorilassanti sono coadiuvanti importanti, soprattutto nella fase acuta e insorgente del processo patologico, perdendo di importanza ed efficacia man mano che si va incontro ad una cronicizzazione del quadro clinico.

In considerazione della rilevanza che le disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare rivestono nel campo odontoiatrico e non solo, lo Studio Sanguineti si avvale della collaborazione di uno specialista gnatologo che da anni si dedica e studia la patologia del settore nella sua interdisciplinarietà.